Il progetto “Siamo storie: donne, isole, frontiere” è un’iniziativa dalla spiccata valenza culturale e
sociale che vede la collaborazione dell’associazione Donna chiama Donna e della Biblioteca
Civica Bertoliana.
Il significato del titolo proviene dalla considerazione che ogni donna è definita dalla sua storia; e
le storie sono diverse a seconda della razza, della classe sociale, della possibilità di accesso allo studio, a seconda del lavoro svolto, dei ruoli ricoperti, nel pubblico e nel privato.
Le donne sono diverse anche in base a quello che decidono di fare con la propria storia, che qualche volta può essere dolorosa, ma a partire da quelle difficoltà si può aprire una prospettiva per volgere lo sguardo verso un’altra direzione.
Le storie delle donne sono incarnate nei loro corpi, però mai in modo univoco.
Le storie delle donne si intrecciano, sono nodi, intersezioni di relazioni. Le donne guardano le altre donne, che diventano quindi modelli da seguire.
Le donne abitano gli spazi esterni, sono in cammino e il percorso è quasi sempre in salita, perennemente in lotta contro il tempo.
L’immagine dell’isola richiama l’idea di desiderio, l’anelito verso il luogo desiderato, ma anche il sogno, la fantasia.
L’isola è un posto mitico che si ricollega all’aura di mitologia che circonda il femminile.
L’isola è anche solitudine, qualche volta addirittura isolamento perché spesso le donne si ritrovano da sole a combattere le loro battaglie.
Tuttavia le isole formano arcipelaghi, guardano le une alle altre, sono in relazione fra di loro, sono elementi che costituiscono un insieme.
Il concetto di frontiera contiene al suo interno sia il significato di raggiungimento che quello di superamento: le donne sono protese in avanti verso sfide sempre nuove, nuovi progetti, nuovi
obiettivi, in ogni ambito.
Entrambe le realtà coinvolte, attraverso i loro numerosi servizi offerti, incontrano direttamente moltissime donne ogni giorno, occasioni in cui vengono accolte indistintamente le storie più svariate che queste donne vivono quotidianamente.
Il progetto si concretizza nell’organizzazione di incontri su vari argomenti riguardanti le tematiche femminili.
Inoltre si intende svolgere opera di sensibilizzazione rispetto alla cultura delle donne tramite la segnalazione di proposte bibliografiche mensili nate da suggerimenti dell’associazione Donna
chiama Donna e pubblicate sui canali social di entrambe le realtà.
E’ possibile consultare l’elenco completo delle proposte di lettura segnalate finora a questo link
https://bit.ly/donnachiamadonnaconsiglia
Uno dei punti qualificanti di questa collaborazione è la realizzazione di segnalibri condivisi, come tramite di comunicazione del progetto e strumento di diffusione che unisce il valore della lettura a quello della consapevolezza e del supporto alle donne.
Ogni anno viene prodotto un segnalibro diverso con il coinvolgimento di un’artista vicentina che mette a disposizione la sua opera gratuitamente.
E’ un’occasione per produrre qualcosa di significativo e culturalmente rilevante, sia per le tematiche rappresentate che sotto il profilo estetico, un oggetto che le persone possano gradire e forse anche desiderare di conservare. Il segnalibro è uno strumento prezioso che permette di far conoscere ancora meglio le due realtà e consente, come valore aggiunto, di mettere in evidenza la competenza, la professionalità e l’espressione artistica femminile del nostro territorio, trasmettendo un messaggio positivo sul valore delle donne.
I segnalibri così realizzati sono distribuiti in tutte le sedi bibliotecarie cittadine e consegnati agli utenti al momento della consegna del materiale documentario (prestito).
Vengono inoltre resi disponibili, come piccolo omaggio, in occasione in occasione di tutte le iniziative pubbliche ed eventi dell’Associazione Donna chiama Donna.

Prima edizione segnalibro, anno 2021: immagine di Chiara Peruffo
Seconda edizione segnalibro, anno 2023: immagine di Elvezia Allari
Terza edizione segnalibro, anno 2024: immagine di Alice Walczer Baldinazzo
Quarta edizione segnalibro, anno 2025: immagine di Serena Mabilia